Tajani rompe il sogno cinese: «La Via della Seta non ha dato i risultati sperati». Sull’Ucraina «non possiamo sempre seguire gli USA»

Le parole del ministro degli Esteri al Forum Ambrosetti a Cernobbio

«Vogliamo continuare a lavorare intensamente con la Cina» ma dobbiamo «fare un’analisi anche sull’export: la Via della seta, se andiamo ad analizzarla non ha portato i risultati che ci attendevamo. Le esportazioni dell’Italia verso la Cina nel 2022 sono ammontate a 16,5 miliardi di euro, quelle della Francia a 23 e quelle della Germania a 107». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento al forum Ambrosetti. «Il Parlamento – ha aggiunto – dovrà fare una valutazione e poi decidere se rinnovare o meno la nostra partecipazione a questo progetto». Sul fronte della difesa «l’Europa deve fare qualche passo in avanti. Dobbiamo essere più ambiziosi ma i numeri che abbiamo non ce lo permettono. Abbiamo visto anche sulla questione ucraina che non possiamo correre sempre dietro agli Stati Uniti». Gli Stati Uniti «che sono un nostro interlocutore, ma anche se nella Nato vogliamo contare di più, serve un’Europa che sappia contare di più, non a parole ma anche a fatti».


«No all’Europa trainata da due o tre paesi, si vada verso armonizzazione fiscale»

Il titolare della Farnesina, nel suo lungo intervento ha parlato anche di Europa. «Non ci deve essere una Europa a trazione di due o tre Paesi – ha aggiunto – si devono fare tutte le riforme, dobbiamo riformare il Patto di Stabilità e arrivare a concludere l’unione bancaria. E realizzare l’armonizzazione fiscale, se vogliamo contare nel mondo dobbiamo avere un peso che non può essere soltanto quello dell’alto rappresentante o dei ministri. L’Europa per contare deve avere una forza economica, non solo commerciale deve avere la capacità di contare a livello industriale».  «L’Europa per contare – spiega – deve avere una forza economica e non solo commerciale. Non deve essere solo un grande mercato ma deve avere la capacità di competere a livello industriale». E ancora: «Serve una vera politica industriale della Ue che punti a un sistema di concorrenza globale» e che consenta alle imprese europee, attraverso «regole della concorrenza» con «un asticella più alta», «di competere a livello globale perché altrimenti le regole della Ue rischiano di soffocare le imprese europee a livello globale».


Il ministro Tajani e i migranti: «Flussi rischiano di diventare insostenibili»

«Non sappiamo questa instabilità nell’Africa sub sahariana dove porterà il continente ma dobbiamo fare sì che non si ritorca contro di noi. Questo significa anche controllare i flussi migratori». «Perché i flussi migratori- ha aggiunto il ministro degli Esteri – rischiano di diventare insostenibili e rischiano di provocare un costo insostenibile all’Italia. Anche qui serve una politica europea dell’immigrazione, più solidarietà e più strategia. Ogni singolo Stato può forse erigere qualche muro ma non risolve il problema dell’immigrazione». «Uno dei punti fondamentali di cui non si è parlato in Europa in questi anni e non è stato al centro delle politiche Ue è stata l’Africa», ha concluso.

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